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Materiale Didattico

Glossario


Un utile strumento per avere sempre le definizioni dei termini tecnici a portata di mano.

• Ἀπὸ κοινοῦ

Significa «in comune» e indica una figura sintattica in cui una parola o espressione è collegabile a più elementi della frase.

• Aferesi

Caduta di un suono o di un gruppo di suoni all’inizio di parola. Il suo contrario è “prostesi”.

• Allegoria

Figura retorica consistente nell’indicare con le parole una cosa, con le idee un’altra cosa sottintesa da quelle parole stesse.

• Allitterazione

Ripetizione di suoni uguali o simili all’inizio o anche all’interno di parole ravvicinate.

• Anacoluto

Inadeguatezza o addirittura scorrettezza nella costruzione sintattica del periodo.

• Anafora

Ripetizione di una o più parole all’inizio di versi o kola (v. kolon) successivi.

• Anastrofe

Inversione nell’ordine logico e sintattico tra due termini all’interno di un verso o di una frase.

• Ancipite

Nella metrica classica, quantità indifferentemente lunga o breve.

• Anticlimax

Disposizione dei termini in scala discendente dal più forte al più debole. Il procedimento contrario si chiama climax o gradatio.

• Antitesi

Figura retorica che consiste nella contrapposizione tra termini, concetti o immagini di significato opposto.

• Antonimo

Termine di senso opposto ad un altro.

• Apocope

Caduta di un suono o di un gruppo di suoni alla fine di una parola, quando la parola successiva inizia per consonante. È fenomeno simile all’elisione (v.), che si verifica, però, quando la parola successiva inizia per vocale.

• Asindeto

Unione di parole o frasi senza congiunzioni coordinative.

• Avverbio

Parte invariabile del discorso, priva di legami sintattici particolari con altri elementi della frase. L’avverbio ha la funzione di determinare il significato di un verbo, di un aggettivo o anche di un altro avverbio (es. gr. πολὺ ἀγάλλομαι, lat. multum gaudeo, ital. mi rallegro molto).

• Baritonesi

Fenomeno linguistico, particolarmente evidente nel dialetto eolico, che consiste nella ritrazione dell’accento.

• Brachilogia

Ragionamento abbreviato.

• Brevitas

Esposizione particolarmente concisa ed essenziale di un concetto.

• Cesura

Pausa nel ritmo del verso. Nella metrica classica, la cesura cade all’interno di un piede (v.): si parla di cesura maschile quando la pausa si registra dopo l’arsi del piede; femminile, quando segue una sillaba in tesi. Se la pausa cade alla fine di un piede, si definisce invece “dieresi”.

• Chiasmo

Nome che deriva dalla forma della lettera greca χ, composta da due linee che s'incrociano, e indica appunto la disposizione incrociata di alcuni elementi nella frase, secondo lo schema ABBA.

• Climax

Dal greco κλίμαξ, «scala». La climax è una figura retorica che consiste in una progressiva intensificazione del significato di vocaboli e concetti: Quivi sospiri, pianti e alti guai (Dante, Inferno III 22). Quando l’intensità di significato è decrescente, si parla di “anticlimax”: E mi dicono, Dormi! / mi cantano, Dormi! sussurrano, / Dormi! bisbigliano, Dormi! (G. Pascoli, La mia sera).

• Coliambo

Nome che deriva da χωλός = «zoppo» + ἴαμβος = «giambo» e designa un trimetro giambico formato da 5 piedi giambici e da uno spondeo o trocheo in sesta sede, che determina un cambiamento del ritmo. Il coliambo è anche detto trimetro giambico scazonte o ipponatteo.

• Commentarii

Appunti su fatti o eventi storici, stesi in vista di una successiva rielaborazione stilistica. Il termine lat. commentarii corrisponde al greco ὑπομνήματα.

• Commo

Κομμός, da κόπτω : κόπτεσθαι = «percuotersi (in segno di lutto)». Nella tragedia greca, lamento lirico strutturato in forma di dialogo tra attore e Coro.

• Concinnitas

Equilibrio e parallelismo sintattico nella struttura del periodo. Il suo contrario è inconcinnitas.

• Congiunzione

Parte invariabile del discorso, definibile come particella con funzione connettiva. Le congiunzioni possono collegare parti nominali (sostantivi, aggettivi, pronomi o avverbi: congiunzioni coordinanti; es. ὕδωρ καὶ οἶνος, lat. aqua et vinum, ital. acqua e vino), oppure verbi (congiunzioni coordinanti o subordinanti; es. ὅτε λέγεις, ἀκούω, lat. cum loqueris, audio, ital. quando parli, ascolto).

• Crasi

Contrazione della vocale finale di una parola con la vocale iniziale della parola seguente; è segnalata dalla coronide, graficamente simile a uno spirito dolce. Si definisce crasi interna la contrazione dell’omicron finale del preverbio πρό con l’aumento sillabico all’interno di una forma verbale coniugata all’indicativo di un tempo storico (es. πρό + ἔλεγον > προὔλεγον, «predicevo»).

• Dieresi

Nella metrica classica, la dieresi indica la pausa che cade alla fine di un piede (se la pausa cade, invece, all’interno del piede, è detta cesura: v.). Particolarmente usata dagli autori classici è la “dieresi bucolica” (v.). Nella metrica italiana, invece, dieresi indica lo iato tra due vocali, normalmente in dittongo, che in questo caso costituiscono eccezionalmente due sillabe anziché una. Il segno grafico che contraddistingue la dieresi nella metrica italiana è costituito da due puntini posti sopra la prima vocale (es.: quïete).

• Dieresi bucolica

Nella metrica classica, pausa collocata al termine del quarto piede nell’esametro. È definita “bucolica” perché molto usata da autori (come Teocrito), che si sono occupati di argomenti legati appunto al genere bucolico.

• Diptoto

Figura del poliptoto (v.) circoscritta a due elementi.

• Ekphrasis

Vocabolo greco (ἔκφρασις), che indica la descrizione – di solito estesa e dettagliata – di persona, luogo, animale, oggetto, opera d’arte.

• Elisione

Caduta della vocale finale breve di parola davanti a vocale o dittongo iniziali della parola seguente. È segnalata con l’apostrofo.

• Ellissi

Nel campo grammaticale, indica l’omissione di parole all’interno di un periodo; nel campo della narratologia, ovvero nell’analisi del testo, indica l’omissione, da parte dell’autore, di un segmento temporale della vicenda narrata.

• Endiadi

Figura retorica che permette di esprimere un unico concetto o immagine attraverso l’impiego di due termini distinti.

• Enjambement

Lett. «accavallamento»: figura retorica che indica il prolungarsi della frase oltre la pausa ritmica di fine verso.

• Epentesi

Inserimento di un suono o di un gruppo di suoni nel corpo di una parola. Il suo contrario è “sincope”.

• Epillio

Dal greco ἐπύλλιον, «poemetto epico»). Piccolo epos: componimento in esametri di lunghezza limitata che narra eventi mitici poco noti o aspetti secondari dei miti più conosciuti. È un genere proprio dell’età alessandrina, sovente praticato, in seguito, anche da autori latini (Catullo, Virgilio, Ovidio...).

• Etopea

Dal termine greco ἠθοποιΐα, è il procedimento stilistico che consiste nella capacità di modellare lo stile di un discorso sul carattere di chi lo pronuncia. Maestro ne è considerato l’oratore greco Lisia.

• Excursus

Digressione.

• Figura etimologica

Impiego, all’interno della stessa frase o verso, di termini corradicali (per es. vivere vitam, pugnare pugnam ecc.).

• Fonema

In linguistica, unità minima di suono dotata di carattere distintivo.

• Fonosimbolismo

Espressione, mediante fonemi (eventualmente organizzati anche in parole), di suoni di altra natura. Nel fonosimbolismo rientra la figura della “onomatopea”.

• Giambo

Unità metrica minima (piede), costituita da una sillaba breve e da una lunga.

• Giambografi

V. Giambografo.

• Giambografo

Autore di versi giambici (v. giambo).

• Grafema

Unità minima di scrittura, che convenzionalmente (da sola o in combinazione con altri grafemi) corrisponde a un fonema.

• Hapax

Espressione abbreviata della definizione greca ἅπαξ λεγόμενον: «detto una sola volta». “Hapax” indica che un vocabolo, allo stato attuale delle nostre conoscenze sui testi antichi, è attestato una sola volta.

• Ictus

Accento nel piede.

• Incipit

Parte iniziale di un testo.

• Inconcinnitas

Squilibrio e asimmetria nella struttura sintattica del periodo. Il suo contrario è concinnitas.

• Interiezione

Parte invariabile del discorso dotata di funzione prevalentemente espressiva (gioia, dolore, sgomento, meraviglia, ammirazione ecc.).

• Iperbato

Figura retorica che consiste nell’inversione dell’ordine consueto della frase attraverso la separazione di due parole normalmente in stretto legame sintattico. Dal greco ὑπέρβατον.

• Iperbole

Espressione volutamente esagerata, a scopo espressivo.

• Ipotassi

Prevalenza di subordinazione nella struttura del periodo. Il suo contrario è “paratassi”.

• Ipponatteo

Trimetro giambico, detto anche coliambo o scazonte, formato da 5 piedi giambici e da uno spondeo o trocheo in sesta sede, che determina un cambiamento del ritmo. Fu inventato, secondo le fonti antiche, dal giambografo Ipponatte di Efeso (VI sec. a.C.).

• Isocolia

V. kolon.

• Kolon

o colon. Dal greco κῶλον, lett. «membro»: parte del periodo dotata di autonomia sintattica. Trikolon indica la struttura di un periodo suddiviso in tre parti (kola). L’isocolia, invece, è la struttura di un periodo in cui i membri che lo compongono si corrispondono con precisa simmetria.

• Leitmotiv

Dal tedesco, «motivo-guida».

• Litote

Figura che si ottiene usando due negazioni per affermare un concetto.

• Metafora

Trasposizione di una parola dal suo significato proprio a uno figurato, affine al primo; è una sorta di paragone abbreviato, in cui si elimina il “come” e si stabilisce un rapporto di analogia fra gli elementi comparati.

• Metonimia

Sostituzione di una parola con un’altra che abbia con essa un legame logico. Può trattarsi dello scambio tra la causa e l’effetto, tra un autore e la sua opera, tra il contenuto e il contenitore, tra una divinità e le sue attribuzioni, ecc.

• Monema

Grafema dotato di una minima, ma precisa autonomia a livello semantico.

• Monodia

Μονῳδία, «canto a solo». In tragedia greca ha generalmente tono di compianto.

• Omeoteleuto

V. omoteleuto.

• Omoteleuto

o omeoteleuto. Impiego di termini, in una sequenza ristretta, che presentano la stessa parte finale.

• Onomatopea

V. fonosimbolismo.

• Ossimoro

Accostamento di due termini di significato opposto, che a prima vista sembrerebbero escludersi a vicenda.

• Parallelismo

Espediente retorico attuato nel formare periodi con membri simmetrici.

• Paratassi

Prevalenza di coordinazione nella struttura del periodo. Il suo contrario è “ipotassi”.

• Parodo

Πάροδος. Nel teatro greco, la parodo è il canto effettuato dal coro al suo ingresso sulla scena.

• Paronomasia

Figura morfologica ottenuta dall’accostamento di parole di suono affine.

• Particella

Parte invariabile del discorso. Diversamente dalla congiunzione, normalmente le altre particelle non hanno funzione connettiva, ma servono a introdurre sfumature espressive particolari, come sorpresa, disappunto o incertezza. Una tipica funzione connettiva è tuttavia svolta frequentemente dalle particelle μέν e δέ.

• Pathos

Lett. «emozione». Il “pathos” può essere prodotto da un enunciato, un’immagine, un concetto per l’intensità e la veemenza di contenuto oppure di stile.

• Perifrasi

Circonlocuzione, giro di parole usato in luogo di un singolo termine. Dal greco περί + φράζειν.

• Piede

Nella metrica classica, è la misura di base di un verso, costituita da una serie di due o più sillabe, riunite in cadenza ritmica, con una parte forte su cui cade l’accento (detta “arsi”) e una parte debole su cui non cade l’accento (detta “tesi”).

• Poliptoto

Ripetizione di una stessa parola in soluzioni sintattiche diverse (per esempio caso o forma flessiva).

• Polisemia

Compresenza di vari significati nello stesso termine.

• Polisindeto

Sovrabbondanza di congiunzioni, per lo più con effetto enfatico. È il contrario di “asindeto”.

• Preposizione

Parte invariabile del discorso. Si costruisce con sostantivi (o con forme sostantivate) e forma complementi indiretti (es. gr. ἐν τῷ ἱερῷ, lat. in templo, ital. nel tempio). Può entrare in composizione con verbi e prende il nome di “preverbio” (es. gr. σύν + βαίνω = συμβαίνω, lat. cum + venio = convenio).

• Preverbio

Preposizione che entra in composizione con un verbo (es. gr. διά + βαίνω = διαβαίνω, lat. per + venio = pervenio).

• Prostesi

Inserimento di un suono o di un gruppo di suoni all’inizio di parola. Il suo contrario è “aferesi”.

• Psilosi

Fenomeno linguistico, particolarmente evidente nel dialetto eolico, che consiste nella mancanza di aspirazione.

• Rhesis

Discorso di un personaggio nella tragedia greca.

• Ringkomposition

Parola tedesca che significa «composizione ad anello» e indica una struttura compositiva circolare, in cui gli elementi iniziali sono ripresi alla fine.

• Satira menippea

Genere letterario che prende il nome dal suo creatore, il filosofo cinico Menippo di Gadara. La menippea, introdotta in ambito romano da Varrone Reatino, tratta in un misto di versi e prosa i contenuti più disparati, unendo spesso fra loro erudizione, morale, satira politico-sociale e parodia.

• Scazonte

Nome che deriva da σκάζων, «zoppicante», e designa un trimetro giambico formato da 5 piedi giambici e da uno spondeo o trocheo in sesta sede, che determina un cambiamento del ritmo. Si può indicare anche come coliambo o ipponatteo.

• Semantico

Aggettivo che si riferisce al significato delle parole.

• Similitudine

Comparazione tra due immagini, concetti o entità, spesso introdotta da «come... così» o espressioni similari, che ha lo scopo di far meglio comprendere la seconda attraverso la prima.

• Sinalefe

Fenomeno metrico che comporta una pronuncia attenuata (e quasi del tutto annullata) dell’ultima vocale di una parola quando la parola successiva comincia a sua volta per vocale.

• Sincope

Caduta di un suono o di un gruppo di suoni dal corpo di una parola. Il suo contrario è “epentesi”.

• Sineddoche

Sostituzione di un vocabolo con un altro sulla base di una relazione per cui una parte rappresenta l’intero.

• Sineresi

Nella metrica italiana, pronuncia contratta – in un’unica sillaba – di vocali che di solito vengono pronunciate separatamente. Il suo contrario è “dieresi”.

• Sinizesi

Si ha una “sinizesi” quando due vocali, che di norma non costituiscono dittongo, vengono considerate come una sillaba unica.

• Spondeo

Unità metrica minima (piede), costituita da due sillabe lunghe.

• Stasimo

Στάσιμον [μέλος]. Nel teatro greco, canto collocato fra gli episodi, effettuato dal coro dopo aver preso posto nell’orchestra.

• Suffisso

Il suffisso è un elemento funzionale che nella formazione delle parole o nella loro flessione si aggiunge alla radice o al tema e li determina, specificandone il significato o la funzione grammaticale.

• Tema del presente

Il tema del presente è uno dei temi temporali in cui si specifica il tema verbale. In genere si forma dal tema verbale con l’unione di affissi; in alcuni casi invece coincide con lo stesso tema verbale.

• Tema verbale

Il tema verbale è l’elemento invariabile che indica l’idea generale espressa da un verbo e dal quale derivano i diversi temi temporali. In genere il tema verbale si forma da una radice con l’unione di suffissi oppure può coincidere con la stessa radice.

• Tmesi

Lett. «taglio», «separazione»: separazione fisica di un nucleo etimologico che si distacca, mediante iperbato, da una parola originariamente composta (es.: benedicente di lui ⇒ bene di lui dicente). In greco il fenomeno riguarda specialmente i verbi composti, in cui avviene la separazione del preverbio dal verbo-base.

• Transiectio

V. iperbato.

• Trikolon

V. kolon.

• Trocheo

Unità metrica minima (piede), costituita da una sillaba lunga e da una breve.

• Variatio

Figura che ricerca volutamente l'asimmetria nel lessico e nei costrutti e che consiste nella continua variazione degli schemi prevedibili.

• Zeugma

Dipendenza, da un solo verbo, di due complementi o frasi che invece esigerebbero, a rigore, un verbo specifico differente per ciascuno di essi.

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